La dimora abbandonata sull’autostrada
“Autostrada” e “abbandono”, due parole che affamigliate suonano sovente come un male deprecabile e sciagurato. Continua a leggere
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“Autostrada” e “abbandono”, due parole che affamigliate suonano sovente come un male deprecabile e sciagurato. Continua a leggere
Che ironia il destino, uno spazio di clausura intenzionale che diventa un luogo di detenzione involontaria.
Dalla preghiera alla rassegnazione, le secolari mura di queste celle hanno ospitato frati, reclusi, e infine offerto un riparo agli esclusi.
Ma a prescindere dall’intenzionalità, certa è la cattiveria del mare al di là delle grate, presenza fissa e spietata, laddove la penitenza quotidiana riconduceva a Dio o alla società.
Esiste una località, a pochi minuti da Napoli, che con sole due cartucce turistiche, è capace di una potenza di fuoco tale da insidiare la stessa Partenope.
Siamo in piena area Flegrea, avamposto militare e meta di villeggiatura di Re e Imperatori.
Questa è Bacoli.
Lo ammetto, non ve l’ho raccontata tutta.
La mancanza di viaggi si sta facendo sentire rendendomi triste, sola e vulnerabile.
Ho lo sguardo perso nel vuoto e mi sento come un veterano del Vietnam seduto su una vecchia e cigolante sedia a dondolo sul portico di casa.
Così, complice una serata “allegra” in compagnia della pericolosa combo birra (rigorosamente camouflage limited editions) e toscanello, ho deciso di aprire i miei archivi di stato, quelli dove inserisco i dossier secretati.
Da dove comincio? Continua a leggere
I problemi di un popolo sono i problemi di tutto il mondo. Perché il vento non conosce confini.
Avevo solo 10 anni e continuavo a torturarmi le mani. Io lì proprio non ci volevo stare. Continua a leggere
Quello che più amo dei viaggi è la possibilità di vivere esperienze pazze, come quella di lanciarsi da 4 mila metri senza paracadute.
Tranquilli sto parlando di un simulatore di caduta libera! Continua a leggere
Nella sala controllo di Cape Canaveral l’atmosfera è concitata. Tutti sono ai propri posti con gli occhi incollati sui monitor in attesa di fare la storia, quella con la S maiuscola.
Ci siamo, il bottone rosso è armato e pronto per essere premuto: il chiacchiericcio eccitato s’interrompe improvvisamente per lasciare il posto a un religioso silenzio.
In tutto il John F. Kennedy Space Center le uniche parole che riecheggiano distintamente sono …three, two, one…lift off!
Chissà cosa deve aver pensato il direttore delle operazioni di lancio mentre premendo quel bottone spediva sulla luna Neil Armstrong e Buzz Aldrin?
Chissà se quell’uomo dalla corporatura massiccia e dai tipici tratti dell’Italia del Sud in quel momento ha pensato alle sue origini e al suo paesino arroccato a mille metri d’altezza in Basilicata?
Si perché Rocco Petrone, l’ingegnere NASA che ha diretto il lancio dell’Apollo 11, era lucano di Sasso di Castalda.
E il Ponte alla Luna è un omaggio che questo piccolo e delizioso borgo ha dedicato al suo illustre figlio.
Mayday Mayday Mayday, Houston abbiamo un problema!!! Continua a leggere
Una signora solenne e imponente, dal portamento si imperiale ma senza tirarsela troppo.
Questa è l’impressione che mi ha dato Budapest, splendida capitale dell’Est con della sostanza che ho apprezzato molto più dell’apparenza.
Eppure, sarà stato il clima glaciale di una fredda settimana di fine gennaio, ma non ho colto la romantica vitalità di Budapest.
E spesso spiando i volti e le espressioni degli abitanti mi sono domandata se questo romanticismo della “Parigi dell’Est” non fosse un mito nostalgico creato da qualche letterato del Novecento.
Mi aspettavo di sentire gli echi della Belle époque dietro ogni angolo ma nonostante i fasti di sontuose pasticcerie, il lusso degli hotel ed i bagliori dorati sul Danubio, io negli occhi di Budapest ci ho visto un velo di cupa e livida afflizione.
E infatti togliendo per un attimo gli occhiali oscurati del turista ci si accorge immediatamente come sotto le superbe geometrie neogotiche di Budapest ci siano ancora gli spasmi di un passato tormentato.
Se fossi chiamata a dare una forma al mistero, io sicuramente sceglierei la sinuosa silhouette di un gatto.
Ma che buontempone che è il destino. Era esattamente un anno fa quando un cane, un enorme pastore maremmano bianco, interrompeva la mia spericolata incursione in un convento abbandonato.
E invece stanotte per questa edizione dei Racconti del 31 Ottobre sono qui ad argomentare di gatti… Continua a leggere