Nel Castello di Bran: un viaggio oltre la leggenda di Dracula
Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po’ della felicità che recate (Dracula, Bram Stoker)
Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po’ della felicità che recate (Dracula, Bram Stoker)
Fummo cannoneggiati senza pietà nel bel mezzo della formazione nemica, oltre 300 colpi e ancora galleggiavamo arditamente.
Ma per quanto io amassi la Bismarck, non desideravo seguirla nella sua tomba marina. (altro…)
Alta, bionda, bellissima. Una valchiria dal viso d’angelo. (altro…)
Si dice che le campane di una chiesa suonino spontaneamente ogni volta che un esorcista liberi qualcuno dal maligno. Perché il diavolo odia campane e campanelle. Le odia talmente tanto che molti esorcisti aggiungono questa piccola e simpatica arma al pacchetto crocifisso + bibbia + acqua santa.
Senza equipaggi, a motori spenti e non armati.
A guardarli così, anche se alcuni sono davvero colossali, sembrano degli innocui ammassi di lamiera, ma molti di loro hanno ucciso, altri invece hanno salvato delle vite. In ogni caso, molte di queste vecchie glorie russe, hanno fatto la storia dell’aviazione militare e civile sovietica.
Mi trovo nel Museo Statale dell’Aviazione Oleg Antonov di Kiev, quel genere di posto da cui ci vorrebbe il cacciacopertone dei tir per staccarmi.
Non dev’essere semplice lavorare il legno, materia assai grottesca in quanto viva, ma non di carne.
Che luogo fantastico il Cilento, terra di tradizioni, paesaggi, buon cibo, bella gente.
Ma c’è un motivo in più per inserirlo in un itinerario di viaggio: l’orgoglio, il patriottismo e il senso di appartenenza a un Paese che, nonostante sia affetto da una forma acuta e mortale di tafazzismo, resta sempre il Paese più bello e invidiato del mondo.
Rudy, Sissy, Birillo, Shadow, Argo…
Ci sono immagini che fanno male al cuore. Abbandonare un animale domestico è un atto da sciagurati, ma abbandonarne il ricordo lo trovo ancora più vergognoso. (altro…)
Negli anni ’30 agli occhi di un politico che da Roma tornava nel Mezzogiorno dalla propria famiglia, e ai propri affari d’imprenditore agricolo, il lungo viaggio doveva sembrare una sorta di Grand Tour.
D’altra parte non erano poi trascorsi così tanti anni dalla moda di letterati e intellettuali di fine Ottocento che intraprendevano il sacro viaggio di formazione tra le bellezze italiche.
Il finestrino di una carrozza come quello di una lussuosa Lancia Aprilia: cornici diverse, ma il quadro era lo stesso. Un alternarsi di bufalare, sprazzi di mare, piantagioni brulicanti di braccianti stagionali, immensi opifici per la lavorazione del tabacco.
E poi le antiche rovine della Magna Grecia.